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ESTERNO

La pieve è orientata a levante (facciata a ovest e abside a est). I muri e la facciata sono costruiti con una tipica tecnica bizantina che utilizzava grossi mattoni uniti a calce e lapillo, con granelli di pietre triturati. Nella facciata è presente una sola finestra centrale a rosone. Sulla destra della facciata si erge un piccolo campanile a vela

INTERNO

La chiesa è a navata unica (tipico delle pievi ravennate, ma strano per la nostra zona: infatti questa Pieve apparteneva in origine al monastero di Classe)
Il tetto, recentemente rifatto, è a capriata.
Sulla parete destra è appeso un quadro raffigurante San Martino commissionato nel 1790 dall'allora parroco don Valentino Valentini a Giuseppe Marchetti.

PAVIMENTO

Del pavimento originale in mosaico sono visibili solo dei frammenti che si trovano ad una profondità di circa 2 metri dal pavimento attuale. Del mosaico si nota un bordo a treccia e un disegno geometrico policromo di foglie e fiori.

AFFRESCHI

I dipinti rimasti, che sono collocabili in un arco di tempo che va dal XI al XVI secolo, testimoniando il costante interesse per la pieve nel trascorrere dei secoli, indicano che tutte le pareti anticamente affrescate con cicli pittorici e singole figure di Santi.

Gli affreschi più antichi, che interessano l'arco trionfale e l'area a destra dell'arco, sono suddivisi in più registri delimitati da bordure decorative.
Nel registro superiore potrebbero essere raffigurate le tre Marie che si recano al sepolcro del Cristo risorto. Nel registro inferiore Gesù è seduto vicino ad un Apostolo: probabilmente si tratta della reppresentazione dell'ultima cena. Nell'intradosso dell'arco è stata trovata la figura di giovane in piedi su di un globo azzurro. Sulla parete sinistra troviamo un San Martino a cavallo del XIII sec. Scendendo lungo la parete, all'interno di un grande riquadro, restano i frammenti a fresco di un Santo (fine XII-XIV sec.): forse Santa Caterina. Nella parte destra è stato ritrovato l'unico frammento risalente alla fine del XIV secolo: la testina aureolata di un Gesù Bambino. Infine sul lato sinistro della parete dell'arco trionfale si trovano testimonianze pittoriche cinquecentesche, realizzate probabilmente dopo la realizzazione della vecchia canonica.

CRIPTA

La realizzazione della cripta, avvenuta intorno al mille, nella zona absidale determinò l'asportazione del pavimento originale. Si accedeva alla cripta tramite 2 scalette laterali presumibilmente lastricate. I gradini, partendo da una quota pavimentale di poco superiore a quella del pavimento origilale di mosaico, introducevano ad un ambiente con soffitto sostenuto da pilastri addossati ai muri perimetrali. I muri della cripta erano intonacati con tinte monocrome tenui. Oggi la cripta è visibile ma non visitabile e dell'abside è rimasta solo la base. Per farci un'idea di come doveva essere l'abside possiamo vedere la chiesa di San Michele in Acerboli a Sant'Arcangelo che è una chiesa molto simile a quella di Barisano. (visita il sito)