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VI secolo d.C.

LA STORIA

La Pieve di Barisano è stata oggetto di studi e di autorevoli pareri discordi. Prima di tutto Giordano Viroli fa notare la strana vicinanza con la Pieve di San Pietro in Trento (nel medioevo il titolo "Pieve" veniva attribuito alle chiese col fonte battesimale) don F. Zaghini la giustifica col fatto che potesse esserci fra le 2 pievi un ostacolo naturale come un fiume, forse il flumen Liviense il Rabbi prima di essere sbarrato nel 1044. Un altro dubbio era sull'origine della pieve come tale (tesi sostenuta da Mario Mazzotti) o come villa romana vista l'insolita struttura a navata unica e il pavimento di mosaico. Molte risposte sono arrivate con i recenti restauri che hanno potuto stabilire con certezza che la costruzione della Pieve risale al VI secolo d.C. e che nacque come luogo di culto.
947 Bisogna però arrivare fino al 20 settembre 947 per trovare il primo documento scritto rimasto che tratta di Barisano: donazione di terreno al monastero di Santa Maria di Palazzuolo, questo fondo viene detto essere nella Pieve di Barisano.(annali camaldolesi)
Poi ancora 973 Donazioni di beni alla chiesa di S. Apolinare Nuovo.
Nel 992 e 997 concessioni di terreni. (Fantuzzi)
Intorno al 1000 vengono eseguite importanti opere di ammodernamento: viene scavata la cripta e rifatto il muro absidale e decorato con affreschi.
Nel 1037 vengono confermati i beni della pieve di Barisano al monastero di Classe (Pasini)
Nel 1145-1154 una bolla del papa Eugenio III stabilisce che la pieve è dei Benedettini di Ravenna. (Pasini)
1235 Nel giugno 1235 i faentini, auitati dai bolognesi, posero sotto assedio la città di Forlì e per recarvi ancora più danno iniziarono a devastare i raccolti particolarmente abbondanti in quell'anno. Distrussero le ville di Roncadello e rasero al suolo il campanile della pieve di Barisano. (Tolosano)
1500 Il fatto che la pieve è di proprietà di istituti lontani non giova certo alla sua conservazione, infatti la pieve è sempre più in decadenza e si ha memoria che nel 1500 il fabbricato era ridotto a grande squallore (Pasini)
Nel 1515 la pieve di Barisano è unita alla chiesa di San Martino in Castello (in città) con bolla di Leone X, ma la situazione non cambia perchè il titolare se ne stava in città e la parrocchia di campagna rimaneva in abbandono (Pasini)
Nel 1564 col Concilio di Trento (che obbligava i parroci a risiedere nelle proprie parrocchie) si doveva cotruire la canonica cioè la residenza del parroco. Però nel 1585 questi lavori non erano ancora cominciati così arrivarono minacce di gravi pene se entro 2 mesi non fosse partita la costruzione della canonica (Pasini) (anche allora i lavori a Barisano procedevano con tempi propri)
Nel 1594 finalmente la canonica è finita: il prete Ottaviano Numai si stacca dalla parrocchia di città. Purtroppo però questo ha portato gravi danni: la chiesa è stata rimpicciolita per costruire la canonica, è stato demolito l'abside e così sono andati distrutti i suoi affreschi.
Bibliografia Franco Zaghini, La Pieve di San Martino in Barìsano, Forlì 1985
Ettore Casadei, La città di Forlì e i suoi dintorni, Forlì 1928
Tolosanus, Magistri Tolosani Chronicon Faventinum , a cura di
G. Rossini in Rerum Italicarum scriptores
Adamo Pasini, Madonna del Fuoco, Forlì 1917 e 1921.
Mario Mazzotti, Nuove osservazioni sulle pievi di Sant'Arcangelo e Barisano, 1969
Mario Mazzotti, Le pievi del ravennate ad unica navata, 1961